Partendo da Braccano, procedendo a destra di un bivio che sale verso le località di S.Anna e Vinano, si vede una biforcazione che scende verso una strada ancora interna costeggia un gruppo di case procedendo ancora oltre, attraverso una strada interrata (o di terra battuta), si va verso la zona in cui, già più di sette secoli or sono, sorgeva l’antico monastero benedettino di Santa Maria de Rotis, a poca distanza da una zona denominata Jana.

L’ordine religioso dei Benedettini s'insediò nelle nostre zone già intorno all’ XI, XII secolo; e già nel IX secolo si hanno documenti di donazioni a monaci farfensi che cercarono di sfuggire alle invasioni ricorrenti tra le colline e le montagne dell’Appennino.

Il primo documento relativo all’abbazia risale al 1195.

E’ merito di Giovan Battista Razzanti (XVIII sec.) se possiamo disporre di una dettagliata storia del monastero benedettino preziose sono le sue Memorie manoscritte conservate nell’archivio storico comunale della città di Matelica.

Il Monastero di Roti, fino al 1700, è stata meta di grandi festeggiamenti in onore della Vergine, il 15 agosto, essendo la Chiesa intitolata, come è confermato da documenti del 1600 a Santa Maria delle Grazie, titolo che ora è proprio della Chiesa di Braccano, dove si trova un'antica statua lignea della Vergine con il Bambino, recentemente restaurata, forse collegata alla vita dello stesso Monastero.

La zona è descritta come ricca di legname; infatti, fino a pochi decenni fa,vi si trovavano numerose carbonaie.

L’ampia vallata che lo ospita presenta, come già detto, uno scorcio paesaggistico di sicura e rara bellezza.

L’antica Abbazia di Roti il 1 dicembre 2009 è stata inserita all’interno della Riserva Naturale Regionale del Monte San Vicino e del Canfaito.